Come avevamo già preannunciato (click qui) il BonuSicilia è stato un flop.
La mattina del “click-day” il sito è andato subito in tilt, con tanto di colpa gettata sulla TIM da parte della Regione. Dopo qualche tentativo di rinviare il click-day, alla fine i dirigenti regionali hanno gettato la spugna e hanno ammesso che è stato tutto un flop, rimandando a nuove disposizioni che sono arrivate qualche giorno fa. Tralasciando i commenti su quanto è accaduto e sulle (in)capacità di chi gestisce queste misure di aiuto, andiamo a vedere cosa succede con le nuove regole.
ABBIAMO SCHERZATO, SI TORNA ALL’OPERA
Si riapre tutto, sia per chi aveva già presentato correttamente l’istanza per la richiesta del contributo e attendeva solo il fatidico momento del click, sia per tutti gli altri che per un motivo o per un altro non hanno partecipato, pur avendone diritto (chi non era riuscito a fare in tempo a ottenere lo Spid per l’accesso, chi aveva desistito perché già immaginava come sarebbe finita e così via).
La più importante differenza rispetto alla (miseramente fallita) “versione 1” è che stavolta non esiste più un click-day. Tutti saranno soddisfatti, ovviamente con degli importi che nella maggior parte dei casi saranno molto inferiori rispetto a quelli attesi precedentemente. Si riapre una finestra che va dalle ore 12 del 9 novembre alle ore 11:59 del 16 novembre, durante la quale il sistema sarà pronto ad accogliere tutti gli accessi, con calma e senza necessità di catapultarsi tutti insieme sul sito.
IMPORTO DEL CONTRIBUTO SPETTANTE
Nella prima fase l’importo del contributo dipendeva dal calo medio del volume d’affari (come già evidenziato nell’articolo a cui vi abbiamo rimandato), con un importo comunque massimo di 35.000 euro per ciascuna impresa richiedente. Adesso il calo medio del volume d’affari non ha più alcuna importanza. L’importo disponibile (lo ricordiamo anche qui: è pari a 125 milioni di euro) sarà equamente distribuito tra tutti i soggetti richiedenti, cosicché non ci sarà alcuna differenza tra l’impresa che ha perso 300.000 euro di fatturato e quella che ne ha perso solo 30.000. E qui si può pertanto muovere la prima critica al nuovo meccanismo, il quale non tiene minimamente in considerazione la differenza dei danni dei soggetti richiedenti, mettendoli tutti allo stesso livello.
Anche in questo caso è previsto un massimo, stavolta pari a euro 3.500 per ciascun richiedente. Ma ovviamente si tratta di un importo solo teorico, perché dipende dalle istanze presentate; e dal momento che già nella “versione 1″ erano state presentate circa 56.000 istanze, va da sé che l’operazione matematica è stavolta molto più banale e alla portata anche di un ragazzino che frequenta la scuola elementare: stando così le cose, spetterebbero circa 2.200 euro a testa. Però bisogna fare i conti con l’estensione della possibilità di presentare nuove domande anche per i soggetti che prima erano rimasti fuori, per cui alla fine le istanze potrebbero essere notevolmente superiori a 56.000. Insomma, il motto stavolta è: “pochi, uguali per tutti, ma certi“.
COME OPERARE?
Esisteranno adesso due gruppi di beneficiari:
- coloro che già avevano presentato l’istanza nella “versione 1” e che avevano quindi tentato di partecipare al “click day” dello scorso 5 ottobre;
- coloro che prima non avevano presentato alcuna istanza (oppure avevano iniziato a compilarla online e non l’avevano più completata).
I primi soggetti dovranno di nuovo accedere al sito del BonuSicilia, al fine di compilare un nuovo allegato che in sostanza servirà per comunicare che si accettano i nuovi termini e le nuove condizioni. Coloro che non eseguiranno questa procedura, saranno decaduti e non riceveranno più alcun contributo.
I secondi soggetti dovranno invece compilare un altro allegato per presentare direttamente l’istanza sulla base delle nuove regole.
In entrambi i casi restano ferme le altre regole, come ad esempio la necessità del DURC positivo.
Potrebbe ad esempio decidere di presentare l’istanza un imprenditore che magari prima aveva deciso di non partecipare in quanto era certo che non sarebbe riuscito a far click nel giro di quei pochi istanti che gli avrebbero permesso l’accesso al bonus: adesso invece si può inserire l’istanza con tutta calma ed avere il contributo accreditato nel proprio conto corrente. Ma attenzione: potrebbero anche presentare l’istanza dei soggetti che prima erano esclusi sulla base del codice ATECO (il codice dell’attività svolta, comunicato alla camera di commercio) e che adesso rientrano, in quanto il nuovo elenco di codici ATECO ammissibili differisce leggermente dal precedente, in quanto sono stati aggiunti alcuni codici che nella prima versione erano assenti.
Per il resto, sono immutate tutte le altre condizioni previste: il contributo spetta alle microimprese (artigiane, commerciali, industriali e di servizi), nonché alle microimprese albeghiere (queste ultime però devono avere registrato una diminuzione di fatturato), con sede legale e/o operativa nel territorio siciliano, risultare attive in camera di commercio alla data del 31 dicembre 2019 (ed anche al momento di presentazione della domanda), essere in possesso di DURC regolare (come già anticipato), non essere in stato di liquidazione, scioglimento, fallimento, etc., essere in regola con la normativa antimafia e via dicendo. Tutti i requisiti vanno auto-certificati con dichiarazione sostitutiva di cui al DPR 445/2000, con tutte le conseguenti responsabilità (anche penali) in caso di dichiarazione mendace.
Contatteremo nei prossimi giorni i nostri clienti ai quali abbiamo fornito assistenza durante la prima fase, al fine di completare le procedure per ottenere il beneficio anche in questa seconda fase che speriamo sia davvero l’ultima e che non presenti ulteriori biasimevoli risvolti (anche se in effetti, è difficile immaginare una figura più barbina di quella fatta dalla Regione il mese scorso).
Gli altri che volessero inserirsi per ottenere il contributo e che non avevano partecipato in precedenza, possono contattarci.