Il Decreto Rilancio (D.L.34/2020) contiene le prime norme di effettivo aiuto alle imprese (andando quindi oltre i semplici finanziamenti che vanno restituiti). E’ un decreto certamente scritto male, con tanta confusione e degno di molte critiche, ma almeno qualche minimo aiuto si comincia a scorgere.
L’abbuono del saldo IRAP in effetti è qualcosa di poca rilevanza per la maggior parte dei soggetti: benché sia stato sbandierato come una grande misura a favore delle imprese, va spiegato bene che si tratta di un abbuono dell’IRAP solo sull’incremento dell’imposta da pagare per il 2019, rispetto all’imposta del 2018. Non è questione facile per i non addetti ai lavori, in quanto bisogna avere chiaro il meccanismo degli acconti e dei saldi. Proveremo a essere chiari in poche parole.
IL CALCOLO DELL’IMPOSTA E GLI ACCONTI
Normalmente ogni anno, in sede di dichiarazione dei redditi, si calcola l’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive, per tutte le imprese dotate di “organizzazione” (dipendenti, beni strumentali). Tale imposta è una percentuale del cosiddetto “valore della produzione netta”; salvo casi particolari, la percentuale è il 3,9%. Oltre a pagare però questa imposta, bisogna però considerare il perverso meccanismo degli acconti e quindi calcolare e pagare anche l’acconto per l’anno in corso, pari al 100%, di cui una parte si paga a giugno/luglio insieme al saldo, una seconda parte si paga a novembre. Ovviamente quando poi l’anno successivo si va a calcolare l’imposta da pagare, si scomputano gli acconti già pagati l’anno precedente.
Facciamo un esempio numerico: supponiamo che io abbia avuto un valore della produzione di 100.000 nel 2018 e quindi la scorsa estate (giugno 2019) abbia pagato 3.900 euro. Ebbene, nel frattempo, oltre ad aver pagato 3.900 euro sul 2018, tra la scorsa estate e novembre, ho pagato ulteriori 3.900 euro come acconto sul 2019, anno in corso (tralasciamo per semplicità il fatto che lo scorso novembre avrei potuto ridurre l’acconto, per una norma prevista solo per quell’occasione). Ebbene… se nel 2019 ho mantenuto lo stesso valore della produzione (100.000), la mia IRAP sarà sempre pari a 3.900 euro, ma in dichiarazione non avrò un saldo da pagare, in quanto ho già pagato i 3.900 come acconto. Se avessi addirittura un valore della produzione inferiore, ad esempio 80.000, la mia IRAP sarebbe pari a 3.120, per cui avrei addittura un credito di 780 euro, in quanto avevo pagato un acconto superiore rispetto all’imposta da pagare! E quindi? Fin qui, in questi casi, nessun beneficio dal Decreto Rilancio. Quand’è che avrò un reale beneficio? Solo nel caso in cui avrò aumentato il valore della produzione: supponiamo che io nel 2019 abbia avuto un valore della produzione di 160.000 euro, con imposta pari a 6.240 euro; dal momento che avevo pagato acconti per 3.900 euro, avrei avuto un saldo per 2.340: ecco, questa somma adesso mi verrebbe abbuonata! In pratica, la cancellazione del saldo IRAP non è altro che l’eliminazione dell’imposta SOLO sull’incremento del valore della produzione 2019 rispetto al valore della produzione 2018.
Un vantaggio di cui invece godranno più contribuenti è la cancellazione del primo acconto: infatti nell’estate 2020 si dovrà calcolare il primo dei due acconti dell’IRAP sul 2020 e questo effettivamente non sarà dovuto. E non solo non sarà dovuto, ma quando nel 2021 si procederà a calcolare l’imposta del 2020, si terrà conto comunque di questo primo acconto, ancorché non pagato! Facile, no?
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