La nuova “flat tax incrementale” è un beneficio previsto (almeno per il momento) per il solo anno 2023, a vantaggio dei contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti e professioni. Sono escluse quindi le società. Sono anche esclusi coloro che già sono nel regime forfettario (in quanto godono già di una aliquota ridotta, per tutto il loro reddito). Questa agevolazione è prevista dai commi 55-57 della Legge di Bilancio 2023.
IN COSA CONSISTE
Intanto questa agevolazione riguarda esclusivamente coloro che nel 2023 avranno un reddito più alto rispetto agli anni precedenti. In particolare, bisogna avere un reddito superiore rispetto al maggior reddito degli anni 2020-2022. Insomma, considerando tutto il quadriennio 2020-2023, il reddito più elevato deve essere quello del 2023, altrimenti non sarà rispettata la condizione di partenza. Detto in altre parole ancora, il 2023 deve “battere” tutti i tre precedenti anni.
L’agevolazione viene applicata sulla parte di reddito 2023 che eccede il maggiore reddito dei tre anni precedenti e consiste nell’applicare a questa parte eccedente un’aliquota d’imposta del 15%, anziché le normali aliquote irpef. Nel caso di redditi 2023 molto alti rispetto agli anni precedenti, si potrebbe pertanto ottenere un bel risparmio fiscale.
Giusto per complicare un po’ le cose, la “differenza” (l’eccedenza tra il reddito 2023 e il maggiore dei redditi precedenti) dovrà comunque essere decurtata di un ulteriore 5%.
Facciamo un esempio.
- Reddito 2020: euro 120.000
- Reddito 2021: euro 140.000
- Reddito 2022: euro 110.000
In questo caso il maggior reddito del triennio 2020-2022 è 140.000 e quindi dovremo usare questa come base di partenza.
Se nel 2023 non supereremo i 140.000 euro, non cambierà nulla: non ci sarà alcuna flat tax incrementale.
Se supereremo invece i 140.000 euro, potremo sfruttare il vantaggio.
Supponiamo di realizzare nel 2023 un reddito di 200.000 euro. Avremo una “eccedenza” pari a 60.000 euro (l’eccedenza tra il reddito 2023 e il maggiore dei redditi precedenti).
Dobbiamo però considerare quel 5% di “franchigia” (la complicazione di cui parlavamo prima). Sul reddito più elevato del triennio 2020-2022 dobbiamo calcolare il 5% e quindi nel nostro caso sarà pari a 7.000 euro. La nostra “eccedenza” di 60.000 euro, va quindi ridotta a 53.000 euro.
Ebbene, siamo arrivati al risultato finale: quando dichiararemo il nostro reddito di 200.000 euro, potremo così suddividerlo:
- su 53.000 euro potremo applicare una semplice aliquota “flat” del 15%;
- sui restanti 147.000 euro, applicheremo le normali aliquote irpef con le normali regole.
In questo esempio il risparmio fiscale sarebbe davvero molto elevato, tenuto conto che sui redditi più alti, l’aliquota marginale irpef è ben più alta del 15% (diciamo quasi il triplo, tenuto conto peraltro anche delle addizionali regionali e comunali).
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